I modi della commedia all’italiana

Facciamo due passi entro alcuni film degli anni ottanta, che tutti conoscono, iniziando con La casa stregata, 1982, regia di Bruno Corbucci, per poi addentrarci in scuola di ladri (1986, Neri Parenti) e scuola di ladri parte seconda (1987, Neri Parenti). La commedia all’italiana, soprattutto quella anni ottanta, ha dei propri modi, ovvero dei metodi di esplicazione cinematografica nella quale la caricatura, l’ironia, l’esagerazione sono i verbi consueti di un cinema adatto a tutti e che alleggerisce gli animi. Ho rivisto questi film e per voi scrivo queste brevi recensioni e opinioni a riguardo. Facciamo qualche passo dentro un cinema adatto a bambini, in cui la risata è d’obbligo. Renato Pozzetto e i suoi film degli anni ottanta, di due anni prima, Mia moglie è una strega (1980, regia di Castellano e Pipolo), sempre a tema fantastico e d’immaginazione il film La casa Stregata. Un film in cui il protagonista Giorgio Allegri (Renato Pozzetto) è un bancario che sta cercando casa per poi convolare a nozze con  Candida (la bella Gloria Guida). La banca, teatro delle gag comiche più assurde (Giorgio che si trasforma in Hulk e “verde dalla rabbia” mette in fuga cinque rapinatori), il cane Gaetano, poi una maschera comica dall’accento partenopeo che contribuisce a rendere tutto più giocoso e surreale (dopo aver fatto un tuffo in piscina ed essere stato totalmente ingessato dalla vita ai piedi, Giorgio è sulla sedia a rotelle e allora imbandisce improbabili dialoghi con il cane Gaetano); trovare casa, adesso come negli anni ottanta, non è mica facile, per questo si fa un giro delle case leggendo gli annunci, capita di trovare davvero dei tuguri, inabitabili  e anche cari! Il protagonista, mentre è in banca a “lavorare” (pensate che in un momento arriva a fare con la calcolatrice il calcolo “3 x 7”. E’ la classica caricatura, stile fantozziano, del ragioniere surclassato e vittima del direttore, tanto è che quando chiede a questi di avere le ferie, il direttore inizialmente gliele nega facendogli fare anche una magra figura con i suoi colleghi), riceve una visita di un fantasma, il fantasma del Saraceno, l’antagonista di tutto il film che farà in modo che i due, Giorgio e Candida, non consumeranno il loro amore fino ad una determinata data. Il fantasma dà un biglietto da visita di un agente immobiliare, che fa vedere la casa al ragioniere, che si ritrova a vedere suo malgrado una casa che aveva inizialmente rifiutato perché credeva fosse un’altra burla dei suoi compagni di ufficio (questi si divertono a prenderlo in giro). La casa ha un costo di sole duecentomila lire al mese. Nessun deposito cauzionale. Soltanto quel costo minimo per l’affitto della Villa del Saraceno. Incredulo Giorgio chiede dove stia la fregatura, l’agente immobiliare risponde invece che è tutto regolare e che nessuno vuole prendere in affitto quella casa perché é Stregata, è maledetta e c’è un fantasma. Giorgio non crede a questa storia, ma deve subito cambiare idea quando vede la porta della villa che si apre da sola. Seguono una serie di vicissitudini in cui il fantasma fa di tutto per impedire che i due si uniscano a letto. Commedia sensuale e apprezzabile. Mai volgare. Divertente pozzetto, magistrale nelle sue freddure e nel suo stile di comico milanese. Il cane che parla, poi una trovata cinematografica riuscitissima e divertente. Analizziamo altri due film per poi terminare questo breve intervento di oggi ventidue ottobre duemilaventidue. Ve lo ricordate scuola di ladri? Regia di Neri Parenti, anni 1986-1987. Parte prima e seconda. Vi invito a rivederlo. Massimo Boldi magistrale, villaggio che riprende alcune delle gag fantozziane (come quando reagisce violentemente alle suore e alle loro richieste di offerte, sono “botte da ridere” ovviamente), Lino Banfi, che compare solo nel primo episodio, poi viene sostituito dall’attrice Florence Guérin. Nel primo episodio i tre, Egisto, Dalmazio, Amalio (nomi stravaganti!) vengono convocati da un presunto Zio Aliprando Siraghi per risollevare la loro condizione di eterni miserabili; vengono introdotti in una scuola di ladri con il pretesto poi di dividere gli utili a fine anno. Diventeranno, dopo una serie di prove, dei ladri provetti, evitando anche la polizia. Boldi espressivissimo. Così anche Banfi e l’immancabile gentilezza “comica” del genovese Villaggio. Il film termina con una fregatura. Lo zio non è paralitico, e soprattutto non è loro zio. Il secondo episodio, del 1987, sembra terminare con la fregatura (gioielli rubati su nave da crociera incassati poi dallo zio e dall’avvenente Florence), ma in realtà, nella piscina dove dovrebbe esserci uno squalo ci sono invece Dalmazio ed Egisto che si impossessano del bottino. Invito alla visione.

Giovanni Sacchitelli

Facciamo due passi entro alcuni film degli anni ottanta, che tutti conoscono, iniziando con La casa stregata, 1982, regia di Bruno Corbucci, per poi addentrarci in scuola di ladri (1986, Neri Parenti) e scuola di ladri parte seconda (1987, Neri Parenti). La commedia all’italiana, soprattutto quella anni ottanta, ha dei propri modi, ovvero dei metodi…